L’emendamento alla legge di bilancio 2021, sul “Rifinanziamento del fondo per l’acquisto di autoveicoli a basse emissioni di CO2 g/km” si muove nella giusta direzione e ci auguriamo vivamente che venga approvato.

La misura può essere assai utile a sostenere il mercato e quindi l’industria dell’auto in una fase di rinnovata emergenza sanitaria ed economica. Ha anche il merito di accogliere in parte alcune osservazioni che facevamo da tempo e che ci avevano portato in passato a polemizzare non poco con il Governo: in particolare il merito di allargare gli incentivi ai veicoli commerciali leggeri, nonché quello di premiare le auto con basse emissioni inquinanti anche se con propulsione termica tradizionale.

Peraltro il sostegno all’acquisto di vetture poco inquinanti è reso quasi necessario dal fatto che l’Unione europea impone di anno in anno obiettivi di emissioni più stringenti.
Non coglie però alcuni necessari interventi come la maggiore incentivazione a persone e famiglie con redditi bassi, per rendere accessibili davvero a tutti autoveicoli a basse emissioni, e il rinnovo delle flotte della pubblica amministrazione, delle forze dell’ordine, delle partecipate, con mezzi ecologici prodotti in Italia.

Speriamo che questo emendamento rappresenti l’inizio di un più complessivo mutamento di atteggiamento verso il settore dell’auto e della mobilità sostenibile, un approccio più concreto e attento agli interessi nazionali. Non è più rinviabile la convocazione di un tavolo sull’automotive al Ministero dello Sviluppo economico, per raccogliere idee utili a sostenere l’intera filiera produttiva verso le trasformazioni preannunciate per i prossimi anni.
Elettrificazione e guida autonoma sono sfide epocali per l’industria automotive, a cui altri paesi si stanno preparando da tempo e su cui l’Italia ha già accumulato troppo ritardo.