La manifestazione degli operai Fiat di Pomigliano d'Arco favorevoli al sì (foto: Ansa - Cesare Abbate)

Il Comitato Periferico dell’Associazione Quadri e Capi FIAT di Pomigliano, invita i propri associati e tutti i dipendenti dello Stabilimento Giambattista Vico a partecipare al referendum promosso dalle Organizzazioni Sindacali che hanno sottoscritto l’Accordo sugli investimenti e sul futuro produttivo del nostro Sito, esprimendosi con chiarezza, per la sua approvazione.

I Professional dello stabilimento ritengono, infatti, che in via di principio non esista strumento democratico migliore del referendum per consentire a tutti i lavoratori interessati di esprimere la loro volontà su scelte e decisioni che riguardano direttamente e concretamente il loro futuro.

A questo proposito il Comitato Periferico dell’Associazione Quadri e Capi FIAT ritiene doveroso respingere qualunque tentativo di delegittimazione della validità del referendum dei lavoratori soprattutto quando questo tentativo viene attuato proprio da coloro che nel corso degli anni, lo hanno propugnato come legittimazione di tutte le decisioni delle Organizzazioni Sindacali.

È assolutamente inaccettabile dunque questa concezione di democrazia ad orologeria che risulta valida solo quando è funzionale al proprio interesse contingente.
Ed è, a maggior ragione inaccettabile, tentare di delegittimare un referendum che chiede ai lavoratori di esprimersi su un Accordo che realizza il diritto fondamentale di mantenere il loro posto di lavoro.

La valutazione complessiva dell’Accordo sul futuro di Pomigliano, infatti, non può prescindere da questa constatazione di fondo, ed è proprio a partire dalla realizzazione della salvaguardia dell’occupazione nel nostro Stabilimento, che si potrà dare il giusto valore a tutti gli altri aspetti in esso contenuti.

Il Giudizio positivo che l’Associazione Quadri e Capi FIAT da all’Accordo sottoscritto, la cui stipulazione era stata da noi fortemente sollecitata da tempo, tiene realisticamente conto del contesto di grande difficoltà nel quale si dibatte l’economia globale, che non rende praticabile una qualunque altra alternativa industriale nel nostro territorio.

Per le responsabilità che ci competono, quindi, non possiamo avventurarci in scommesse al buio, come avverrebbe se l’Accordo sul futuro dello Stabilimento non fosse sostenuto da una larghissima partecipazione al referendum ed alla manifestazione esplicita di un ampio consenso.

Il potere di decidere sul proprio futuro è, in questo momento, nella scheda che ciascun lavoratore avrà il diritto di votare.
È dovere di tutti noi esercitare questo diritto dicendo sì al nostro futuro.

Fabrizio Amante