In questi giorni assistiamo ad un aumento continuo e fuori controllo della pandemia in Basilicata. La rapida diffusione del virus e la crescita dei casi ha fatto saltare ogni sistema di tracciamento e sta mettendo in grossa difficoltà anche il sistema sanitario lucano.
Oggi è evidente che tutti gli sforzi fatti attraverso i protocolli della sicurezza in tutte le aziende di San Nicola di Melfi non sono più sufficienti: c’è bisogno di ulteriori azioni che accompagnino e implementino le misure attuate in questi mesi dal punto di visto della sicurezza dei lavoratori e dunque delle loro famiglie.

È stato fondamentale attuare, in ogni azienda, regolamenti che prevedessero la distribuzione di sistemi di protezione individuale, il rilevamento della temperatura e tutte le azioni di sanificazione degli spazi lavorativi: questo è il frutto del lavoro fatto da tutti gli RLS all’interno di ciascuna azienda. Purtroppo la pandemia si è estesa in tutta la regione e nelle regioni limitrofe rendendo tali misure insufficienti a contenere il contagio.

Noi non siamo virologi tantomeno scienziati ma riteniamo che sia indispensabile convocare e avviare un tavolo di confronto immediato. Questa mattina la richiesta verrà inviata alla Regione Basilicata, i Comuni, la FCA, le associazioni di categoria datoriali, insieme a tutte le organizzazioni sindacali per stabilire una linea comune di intervento che possa implementare i protocolli di sicurezza a partire da uno screening di tutti i lavoratori dell’area industriale di San Nicola di Melfi.

Area che occupa circa 20 mila persone, provenienti principalmente da tre regioni – Campania, Puglia e Basilicata – il cui indice di contagio risulta tra i più alti in Italia.
Ecco perché non è più rinviabile una discussione che per forza di cose deve partire da uno screening di tutti i lavoratori dell’area industriale di Melfi.
I lavoratori ormai sono stanchi, hanno paura, vivono in una condizione di grande preoccupazione. A loro e alle loro famiglie abbiamo il dovere, tutti, di dare una risposta.