Con la chiusura della produzione legata al modello Maserati Levante, si materializza il triste scenario ipotizzato nelle scorse settimane, ma mai confermato ufficialmente e crescono le incerte prospettive per il plant.

Un’altra drammatica perdita dopo lo stop dei due modelli berlina luxury (Ghibli e 4Porte) comunicata a fine anno.

L’utilizzo della cassa integrazione per tamponare il calo di richiesta del mercato non può essere una soluzione a lungo termine e l’eventuale aumento degli ordini è ormai legato ai pochi modelli prodotti nello stabilimento, ognuno dei quali può essere considerato “di nicchia” per tipologia di prodotto e per il relativo costo d’acquisto.

L’assenza di un modello sul quale poter formulare aspettative numericamente rilevanti era e rimane un aspetto negativo per il futuro del sito torinese.

La situazione che si è determinata mette in dubbio la missione produttiva di Mirafiori e con essa la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori.

È oggi più che mai necessario portare aventi le iniziative messe in campo a livello territoriale da tutte le forze sindacali e rispondere alle sollecitazioni poste dai rappresentanti dei lavoratori, richiamando alle proprie responsabilità le istituzioni locali, nazionali ed europee, evitando però speculazioni e strumentalizzazioni pericolose.

Occorre chiedere spiegazioni all’Azienda su quali siano le reali prospettive per i siti più in difficoltà e come si intenda rimediare.

Il Gruppo Stellantis sta promuovendo una politica di risparmio ma anche di rafforzamento strutturale e di adattamento ai nuovi scenari legati alla elettrificazione, può contare su risorse imponenti e recita un ruolo da leader sul mercato globale. Però Mirafiori deve stare dentro le dinamiche positive del Gruppo.

Non vogliamo essere la notizia da prima pagina di un periodo ma vogliamo rimanere al centro dell’attenzione sempre, per importanza e per merito, concretamente.

Vogliamo continuare a produrre automobili e a offrire lavoro alle nuove generazioni. Meritiamo un futuro!