È stato firmato l’accordo con il Governo per la realizzazione a Termoli della terza gigafactory europea del gruppo Stellantis entro il 2030.
Ce l’ha comunicato oggi l’Azienda, dopo che è arrivato il via libera al Protocollo d’intesa tra Ministero dello sviluppo economico, Regione Molise, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa (Invitalia) e Automotive Cells Company (ACC) di cui Stellantis è parte: l’obiettivo è supportare la realizzazione degli investimenti necessari per la costruzione, presso lo stabilimento Stellantis Fca Italy a Termoli, di una maxi fabbrica che produrrà celle e moduli di batterie per il settore automotive, che dovrebbe essere dimensionata su 40 gigawattora e sarà uno dei tre siti produttivi europei con quelli di Francia e Germania.

Come AQCF-R riteniamo che la realizzazione della gigafactory in Italia sia innanzi tutto un segnale positivo da parte dell’Azienda che dimostra di voler investire in Italia e ha puntato sul plant molisano per riconvertirne la missione produttiva.
È un segnale che dimostra attenzione alle problematiche occupazionali dello stabilimento e del territorio, e non solo, perché la gigafactory potrà essere un importante volano per l’intera filiera automotive italiana.

Auspichiamo che l’apertura del Governo su questo importante investimento, da noi ripetutamente sollecitato, possa segnare un cambio di passo della presenza istituzionale a fianco dell’automotive in questo epocale passaggio al full electric e alla mobilità sostenibile, che interessa soprattutto questo comparto.

Esprimiamo soddisfazione per l’esito positivo di questo lungo percorso che ha visto confrontarsi tutti gli attori che hanno come fine le prospettive di rilancio e di crescita di questo settore. I prossimi step saranno incentrati sulla definizione delle tempistiche e di ulteriori dettagli di tipo operativo.

In questa delicata trasformazione sarà strategica la presenza e la collaborazione di tutti i player – istituzioni, azienda, filiera, organizzazioni sindacali e lavoratori – per superare le pesanti criticità che lo scenario mondiale ci impone, sia strutturali che congiunturali, affinché la transizione all’elettrico sia sostenibile anche dal punto di vista sociale e occupazionale.