RSA in FCA Bank, Andrea Griseri è intervenuto al Consiglio Nazionale evidenziando alcuni aspetti relativi al piano industriale aziendale, alle relazioni sindacali e al rinnovo del contratto, citando anche fatti di cronaca e riferimenti storici.
“Lavoro in FCA Bank – Joint venture paritetica fra FCA e Crédit Agricole, erede della storica SAVA: finanziamo le vetture e siamo alla ricerca costante di soluzioni innovative che rispondano ai bisogni di mobilità; guardiamo ovviamente con straordinaria attenzione alle evoluzioni del settore industriale che progetta e costruisce il prodotto che noi finanziamo.
Che dire del nuovo programma industriale? Appare seriamente orientato a recuperare il terreno rispetto ai concorrenti, soprattutto giapponesi, in fatto di mobilità sostenibile; focalizzato su previsioni misurate, solide e concrete e non su proclami eclatanti ma poi di difficile realizzazione.
Mi pare positivo il fatto che Pietro Gorlier, responsabile area EMEA per FCA abbia manifestato interesse per il giudizio espresso dalle organizzazioni sindacali: è il segnale, il preannuncio di una stagione fondata sul reciproco ascolto? Il rapporto fra la componente datoriale e le rappresentanze sindacali non può fondarsi su uno schema unilaterale: uno decide e gli altri dicono di sì e firmano. Abbiamo bisogno di recuperare quella relazione “adulta” che sola può indirizzare le scelte manageriali nella direzione corretta; si fa un gran parlare, è vero, di centralità delle persone (people first): ma chi se non i rappresentanti delle stesse persone possono comprendere fino in fondo i meccanismi che stanno alla base della loro motivazione? E non è forse la motivazione, parola troppo trascurata un po’ ovunque negli ultimi tempi, il fattore che libera le migliori energie di chi esercita un lavoro (Laborem exercens era il titolo di una bellissima enciclica sociale di Giovanni Paolo II) e le pone al servizio di quel complesso organismo che è l’azienda?
Il contratto: mai come in questa occasione la piattaforma è stata costruita in modo partecipato, le proposte sono ragionevoli e moderate, rispecchiano istanze reali e diffuse. Il negoziato sarà l’occasione per verificare il grado di maturità della controparte. Mi auguro che si avvii una riflessione condivisa sugli strumenti di valutazione: il meccanismo della calibration contenuto nella PLM è superato, inviso a valutatori e valutati, del tutto inadatto a suscitare quello spirito di squadra e quelle dinamiche motivazionali di cui sentiamo una grandissima necessità.
Infine un’ultima osservazione: qualcuno ha paragonato la recente adunanza delle “madamine” di buona famiglia a favore del TAV nientemeno che alla marcia dei 40mila; indipendentemente dalle legittime opinioni di ciascuno sull’opportunità o meno di realizzare il tunnel in Val di Susa l’accostamento appare storicamente inappropriato; e anche leggermente offensivo nei confronti di quei colleghi che seppero tenere la schiena diritta di fronte a una violenza che li minacciava quotidianamente”.