Giovanni Serra, Segretario Generale AQCF-R

Si è tenuto questo pomeriggio a Roma presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy il tavolo di crisi su Marelli – gruppo leader nella produzione di prodotti e sistemi per l’industria automobilistica – per evitare la chiusura del plant di Crevalcore (Bologna) e il conseguente licenziamento di 230 lavoratori.

Convocata dal Ministero delle Imprese e del Made ITALY, la riunione, è stata presieduta dal Ministro Adolfo Urso e dal sottosegretario Fausta Bergamotto, con il coordinamento della Struttura per le crisi di impresa del Mimit; erano presenti i vertici aziendali di Marelli, un rappresentante del Ministero del Lavoro, le organizzazioni sindacali e datoriali, le rappresentanze dei lavoratori e l’assessore Colla della Regione Emilia-Romagna e un rappresentante della Città Metropolitana di Bologna.

Come AQCF-R riteniamo che si sia fatto un primo importante passo avanti in quanto i vertici aziendali hanno comunicato per ora, la sospensione a tempo indeterminato della chiusura dello stabilimento per consentire l’avvio di un confronto, con tutti gli attori coinvolti nella trattativa, volto scongiurare la chiusura del sito con il rilancio industriale dello stesso e ad individuare la soluzione migliore per mantenere in vita lo stabilimento, attualmente legato alla componentistica dei motori endotermici.

Infatti, secondo le previsioni dell’azienda, le produzioni attuali dello stabilimento di Crevalcore sono destinate a diminuire progressivamente, a causa del processo di elettrificazione decretato in sede europea. È necessario, dunque, un progetto di riconversione industriale, che preveda anche il reperimento delle risorse economiche necessarie per investire in nuove tecnologie, per garantire continuità occupazionale, la tutela delle professionalità e del know-how, nonché la tutela del territorio.

L’esito dell’incontro di oggi è un primo passo di quello che auspichiamo possa diventare un percorso costruttivo, intrapreso assieme al Governo, istituzioni regionali, associazioni sindacali e datoriali, e finalizzato alla valutazione di tutte le soluzioni percorribili per re-industrializzare il plant.

Un iter che abbia un risvolto positivo e che possa diventare un modello per tutte le altre produzioni industriali del settore automotive, legate alla prevista dismissione del motore endotermico da parte dell’Unione europea; con l’obiettivo di saturare gli stabilimenti, consolidare le competenze, valorizzare le professionalità e rafforzare le filiere.

Un percorso che il Governo deve supportare per affiancare l’automotive e la sua filiera nella transizione ecologica e digitale anche attraverso la re-industrializzazione.

Come AQCF-R riteniamo inoltre che non bisogna abbassare la guardia su Crevalcore, ma avere anche alta l’attenzione sul gruppo Marelli.

Infatti, con il Ministro Urso, l’assessorato alle attività produttive della Regione Emilia-Romagna, e le associazioni sindacali riteniamo che, una multinazionale leader nella componentistica automotive, come Marelli ha sicuramente gli strumenti per individuare le modalità di rilancio dello stabilimento.

Abbiamo anche lanciato l’allarme sul depauperamento di risorse nell’intero Gruppo Marelli, avvenuto in quest’ultimo periodo di forte incertezza sul futuro: molte professionalità sono uscite, trovando altrove occupazione.

Le fabbriche senza menti pensanti non possono produrre, ed è importante che la Ricerca & Sviluppo rimangano in Italia, che non si lavori solo per il mercato domestico, ma che si continui ad essere un punto di riferimento anche per il mercato estero, così come avveniva negli anni passati.

La proprietà si è resa disponibile a trovare un player, un investitore che possa subentrare a Crevalcore.

Auspichiamo di compiere ulteriori passi avanti nel prossimo incontro su Marelli, fissato per l’8 novembre presso il Mimit.