Il confronto con Marelli è iniziato nella giornata di ieri e proseguito nella mattinata di oggi. Innanzitutto, la Direzione aziendale ha illustrato le dinamiche fondamentali che hanno pesato negli ultimi anni, vale a dire il rincaro dei costi delle materie prime e la contrazione delle vendite dovute principalmente alla crisi degli approvvigionamenti. Marelli ha comunque proseguito lo sforzo di diversificare i clienti e si è riportata in positivo nel quarto trimestre del 2022, pur concludendo l’anno nel suo complesso ancora in negativo. Resta in ogni caso il grave problema dei costi fissi, nonostante i progressi compiuti l’anno scorso. Le altre due sfide di fondo sono la semplificazione dei processi per migliorare i margini lordi e il rafforzamento della fiducia dei clienti. L’organico in Italia è passato nel corso del 2022 da 7974 a 7187 persone. Gli investimenti programmati per il 2023 ammontano a 73 milioni.
A fronte di tutto ciò Marelli ci ha dichiarato di dover procedere a un’ulteriore riduzione di personale di 400 persone in Italia, di cui 310 impiegati e 90 operai indiretti.
Sugli esuberi è stato comunque raggiunto un accordo-quadro che esclude i licenziamenti coatti e individua l’unico criterio della non opposizione.
La riduzione si concentrerà sulle funzioni di staff e toccherà molto meno le fabbriche. Gli incentivi saranno per i pensionabili nell’arco dei 48 mesi tali da assicurare i primi due anni il 90% della retribuzione insieme alla Naspi e gli altri due anni l’80% della retribuzione più l’equivalente dei contributi da versare. Per chi non raggiunge la pensione l’incentivo sarà da 35 a 39 anni 12 mensilità, fra 40 e 49 anni 24 mensilità, fra 50 e 54 anni 30 mensilità, e da 55 in su 36 mensilità; a queste cifre si aggiungono, per chi esce entro il 31 maggio, 20 mila euro fino a 49 anni e 30 mila da cinquanta anni in su. Per avere gli incentivi occorrerà in ogni caso avere due anni di anzianità aziendale. Infine sarà offerto uno specifico servizio di outplacement.
Venendo alle realtà produttive, salvo possibili fermate saltuarie causate dalla crisi degli approvvigionamenti, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali è concentrato negli stabilimenti di Crevalcore in particolare per il reparto alluminio, di Bari power train tradizionale con una saturazione della manodopera pari al 70%, di Melfi con una saturazione pari al 75% e con ammortizzatori in scadenza ad ottobre 2023, di Sulmona con una saturazione pari al 55%, di Caivano con una saturazione del 94% ma senza più disponibilità di cassa per far fronte alle fermate improvvise.
Benché i processi di osmosi fra le fabbriche, fortemente voluti dal sindacato, abbiano prodotto risultati apprezzabili, restano quindi preoccupanti criticità che saranno oggetto di specifico confronto a giugno, anche alla luce delle interlocuzioni in corso fra Marelli e Stellantis.
Il confronto sul piano industriale proseguirà nel frattempo a livello locale, ferma restando l’esigenza di attivare incontri con le istituzioni locali e nazionali per il sostegno alle transizioni e la salvaguardia dell’occupazione e delle attività di Marelli in Italia.