Dal referendum del gennaio 2011 alla produzione della Maserati. Un’approfondita e partecipata disamina storico-economica quella del prof. Giuseppe Berta, docente di storia contemporanea alla Bocconi, sullo stato dell’industria automobilistica sia in Italia sia nello scenario globale.

Partendo dalla nascita della Fiat 120 anni fa a Torino – e passando attraverso la svolta epocale del referendum in Fiat nel 2011 per il nuovo contratto industriale e attraverso il ruolo fondamentale che anche il sindacato a favore del sì ha avuto nell’agevolare la ricostruzione di un’industria dell’auto nel nostro Paese – il professor Berta ha messo a fuoco le nuove sfide poste dal mercato e lo scenario competitivo attuale in rapida evoluzione, in cui la tecnologia sarà la chiave di volta per innovare, modernizzare e guardare avanti.

Al concetto tradizionale di automobile di tutto il Novecento si sta affiancando quello di auto elettrica, e quello di driverless car, auto a guida autonoma, con le sfide tecnologiche a esse collegate, che porteranno alla completa ridefinizione dell’intero sistema di mobilità.

Tra nuovi player in ingresso che hanno deciso di misurarsi con il sistema della mobilità individuale come Apple, Google, Tesla, Uber e i produttori storici dell’auto che dovranno sapersi muovere lungo il crinale di queste sfide nei prossimi anni, “la partita è apertissima”.

L’auto del futuro sarà declinata in un ventaglio di concetti, dalla I-Car di Apple, un oggetto del desiderio per il pubblico fidelizzato dell’azienda fondata da Steve Jobs, alla Google Car secondo cui la mobilità fisica sarà una derivata della mobilità dei flussi informativi, alla visione “californiana” di Elon Musk dell’auto elettrica Tesla – un vero e proprio computer iperconnesso a quattro ruote che appartiene alla famiglia dei computer prima che a quella delle automobili -, fino al modello di Uber che accantona il possesso dell’auto e si focalizza sul servizio di mobilità.