Alla presenza dell’amministratore delegato del Gruppo Gerrit Marx, del ministro Adolfo Urso e del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e del presidente Bus Business Unit Domenico Nucera, è stato inaugurato oggi a Foggia il nuovo stabilimento Iveco Bus. Per AQCF-R erano presenti il Segretario Nazionale Umberto Damiano e il Coordinatore Territoriale Giuseppe Agueli.
Nel nuovo plant saranno installate le linee per l’assemblaggio e la finitura di autobus per il mercato italiano, ad alto contenuto tecnologico, a zero emissioni (Bev e Fcev) e a basse emissioni di ultima generazione (metano, biometano, diesel e biodiesel), e saranno svolte anche attività di ricerca e sviluppo in collaborazione con Torino.
Lo stabilimento, in cui sono state già assunte 30 persone, sarà a pieno regime entro fine 2023 con un assemblaggio previsto di circa mille veicoli l’anno e ulteriori assunzioni fino a cento unità.
Come AQCF-R abbiamo accolto con grande favore la scelta di Iveco di inaugurare a Foggia questo stabilimento di autobus a zero e a basse emissioni, che testimonia come l’Italia sia al centro della strategia del Gruppo nel puntare sulla mobilità a zero emissioni.
Un investimento che oltre ad essere la dimostrazione di un impegno industriale nel nostro Paese è anche un importante segno di responsabilità sociale nel gestire e compensare la curva occupazionale del processo di elettrificazione. Ed è anche frutto del confronto con le organizzazioni sindacali che ha portato, in passato, alla sottoscrizione dell’accordo quadro con l’obiettivo di dare continuità produttiva all’insediamento industriale di Foggia.
Il nuovo plant Iveco Bus sorge nel perimetro dell’attuale stabilimento Fpt Industrial – che produce motori diesel per i veicoli commerciali, macchine agricole e movimento terra e in cui oggi si è ritornati alla piena occupazione – pur facendo parte di una diversa società del gruppo Iveco e naturalmente di una differente divisione di business.
È soprattutto in prospettiva che la nuova attività acquista un valore, poiché può rappresentare un primo passo per uno sviluppo più significativo. Lo stop alla produzione del motore endotermico in tutta Europa pone infatti una pregiudiziale sul futuro a lungo termine della fabbrica di motori e pone quindi un problema di riconversione e di rilancio industriale che andrà affrontata col giusto anticipo.
Come evidenziato dal ministro Urso durante l’inaugurazione di oggi, auspichiamo che l’avvio di questo stabilimento consenta, congiuntamente a quelle che saranno le risposte del mercato, possibili ulteriori implementazioni e sviluppi di questa attività industriale con ricadute positive non solo a livello economico e occupazionale locale ma per l’intero Paese, con la ricostruzione di una qualificata filiera italiana di produzione di autobus ecologici.