Nelle scorse settimane lo stabilimento FPT di Foggia, ha prodotto il primo basamento del
motore F5, ovvero il cuore attorno al quale verrà montato l’intero motore diesel denominato F5, destinato a veicoli per l’agricoltura e il movimento terra.

Per capire meglio e inquadrare correttamente la portata dell’evento per lo stabilimento foggiano e per tutti i suoi dipendenti, occorre fare un passo indietro e ripercorrere gli eventi che hanno portato a questo importante risultato.

Nel luglio del 2019, Fiat Professional – settore dei veicoli commerciali dell’allora FCA- comunicava a FTP che, a partire dal luglio 2021, non avrebbe più ritirato i motori diesel prodotti nello stabilimento di Foggia, in località Incoronata, e destinati ai furgoni Ducato: si trattava di 150 mila motori l’anno, la metà della produzione totale del plant.

Iniziava un cammino pieno di incognite per il sito produttivo e per i suoi 1700 dipendenti. Con il rischio concreto di un forte colpo all’occupazione del territorio, avrebbero potuto perdere il proprio posto di lavoro almeno 600-650 lavoratori.
Si apriva dunque un confronto tra l’Azienda e le Organizzazioni sindacali che portò, nell’autunno successivo, alle prime rassicurazioni relative all’intenzione di spostare produzione, lavorazione, meccanica e montaggio di motori per trattori e macchine movimento terra – nella fattispecie il motore F5 – da Torino a Foggia.

In seguito, il tavolo al MISE (con l’accordo Quadro con i sindacati nazionali del 10 marzo 2020) e la presentazione di un piano industriale dettagliato con i relativi investimenti necessari al mantenimento del medesimo livello occupazionale, davano maggiori garanzie per la tutela dello stabilimento ma, a complicare la situazione e aumentare i dubbi, lo scoppio della pandemia e il relativo lock-down.

Nel luglio 2021 la firma del Contratto di Solidarietà per l’intera popolazione dello stabilimento è stata accompagnata da molte e naturali perplessità.
A distanza di tre anni, quello che sembrava essere uno stabilimento destinato al ridimensionamento,
riparte con nuovi prodotti e nuovi processi: la costruzione del primo basamento delle scorse settimane ha dato l’avvio alla realizzazione completa del percorso intrapreso.
La grande quantità di attrezzature, macchine e impianti che stanno entrando in fabbrica in questi giorni permetteranno a breve di riprendere l’attività anche nelle aree di montaggio, riportando quanto prima tutte le maestranze al proprio posto di lavoro.

Il cerchio è chiuso. L’essersi finalmente avviati a una conclusione positiva però non deve far dimenticare che il percorso non è stato del tutto indolore per i dipendenti.
Il contratto di solidarietà sta comunque richiedendo ai lavoratori grossi di sacrifici – sacrifici fatti però con la certezza di essere rivolti al rilancio dello stabilimento e non verso un futuro incerto.

Agli sforzi dei lavoratori sono corrisposti ovviamente gli impegni economici dell’Azienza che ha investito nel sito foggiano oltre 35 milioni di euro per impianti, attrezzature, macchinari e formazione delle risorse umane.

Dopo aver condiviso le scelte e il percorso fin dall’inizio, e avendo monitorato l’andamento dell’intero progetto, le Organizzazioni sindacali esprimono apprezzamento per la conclusione positiva che finalmente si sta profilando e per il rispetto dei tempi di realizzazione degli interventi, sicure che, in questo momento di estrema imprevedibilità dei mercati internazionali e di grande incertezza nel settore automotive, le armi vincenti si chiamano professionalità delle maestranze e dialogo tra le parti.

È dei giorni scorsi la notizia che Iveco Group produrrà autobus a trazione elettrica a Foggia, segno tangibile e dimostrazione pratica che competenza e confronto portano i frutti sperati.