Nel giorno dell’ottantesimo compleanno della 500 – nel 1957 dagli stabilimenti Mirafiori è uscita la prima 500 e sulle sue linee sono state prodotte ben 28 milioni e 700 mila vetture – è stata presentata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel cortile del Quirinale e poi al premier Giuseppe Conte a palazzo Chigi, la nuova 500 elettrica.
La produzione della 500 è stata riportata dalla Polonia in Italia, il paese dove è stata pensata, disegnata e ingegnerizzata: nasce negli stabilimenti di Mirafiori, grazie a 700 milioni d’investimenti e l’impiego di 1200 addetti.
È la nuova sfida per Torino assieme al Battery Hub, il centro assemblaggio delle batterie elettriche che sarà sempre a Mirafiori e il progetto pilota Vehicle-to-Grid (V2G) che, quando sarà interamente completato, creerà il più grande impianto del genere al mondo. Entro la fine del 2021 l’infrastruttura dovrebbe consentire l’interconnessione fino a 700 veicoli elettrici, sarà in grado di fornire servizi di rete ultraveloci al gestore della rete di trasmissione, oltre che permettere la ricarica dei veicoli stessi.
La presentazione odierna della 500e rappresenta simbolicamente e positivamente la ripartenza dell’automotive in Italia – con un brand sinonimo di italianità nel mondo – in direzione di una mobilità sostenibile ed eco-compatibile.
Importante anche da parte dell’Azienda la riconferma dell’impegno nell’implementazione del piano di investimenti per l’Italia, gran parte del quale è stato già avviato negli impianti nazionali; un piano che è alla base della trasformazione del settore automotive italiano verso un futuro a basse emissioni, alimentato da veicoli ibridi ed elettrici e sempre più connessi.
È un segnale importante per Torino, per l’intera filiera dell’automotive impegnata nello sviluppo di modelli elettrici e per l’economia del nostro Paese, in cui il settore ha un peso determinante, rappresentando circa il 6% del Pil. Questo segnale deve essere però accompagnato e affiancato dalle Istituzioni in questo momento di crisi internazionale dell’automotive, come sta avvenendo in altri stati europei, dove i governi hanno messo in campo interventi corposi a sostegno del settore.
Auspichiamo che gli incentivi inseriti nel prossimo decreto legge riescano a sbloccare un mercato in recessione, e a trainare l’economia nazionale con risultati positivi non solo per le aziende, ma anche e soprattutto per l’occupazione, dal momento che i lavoratori del Gruppo FCA, CNH, Marelli e le loro famiglie hanno pagato e stanno pagando un prezzo altissimo.
Gli incentivi e una politica di armonizzazione fiscale del settore, e non solo per le auto elettriche, rispetto agli altri paesi europei, consentirebbero di rilanciare il mercato automotive in Italia, di attrarre nuovi investimenti nel nostro Paese e di mantenere la competitività di un settore strategico per l’economia italiana e per l’occupazione.