In data 22 aprile è stato firmato, da tutte le sei le Organizzazioni sindacali presenti al tavolo delle trattative, il contratto di solidarietà per il sito produttivo di Mirafiori, applicato ai lavoratori della linea 500 Bev.

Il Responsabile Territoriale Fabrizio Amante e il Rappresentante Sindacale di Mirafiori Plant AQCF-R Filippo Santoiemma hanno dichiarato che “la comunicazione non giunge purtroppo inaspettata, considerata la complessa congiuntura economica che si riverbera negativamente sugli ordinativi del modello 500 Bev. Stante l’attuale situazione, l’applicazione del contratto di solidarietà rappresenta la soluzione salariale più efficace per i lavoratori interessati, garantendo la salvaguardia del posto di lavoro unitamente alla fruizione degli ammortizzatori sociali dedicati.

La carenza di ordinativi del modello 500 Bev non fa che rispecchiare le problematiche che coinvolgono trasversalmente la produzione e la commercializzazione dei veicoli elettrici in tutta Europa, con costi proibitivi per gli acquirenti. Ciò, unitamente ai noti problemi di autonomia delle auto elettriche e carenza dei servizi dedicati (disponibilità di erogatori di energia elettrica e costo dell’energia di ricarica) rende le vetture elettriche pressoché inavvicinabili per la classe media della popolazione, quella che può garantire i volumi di vendita necessari a non far crollare l’occupazione nel settore.

Inoltre hanno sottolineato “per il plant di Mirafiori, i tempi di progettazione e messa in opera di una linea di produzione per la realizzazione di un nuovo modello con volumi importanti, spostano ulteriormente in avanti di 18-24 mesi la precarietà dello stabilimento, generando forti preoccupazioni in merito alla tenuta industriale e occupazionale dello stabilimento stesso e dei lavoratori ad esso collegati.

Rimane la necessità impellente di dare in tempi brevi una missione al plant di Mirafiori che versa in una situazione veramente complicata e difficile per i lavoratori, molti dei quali, giunti ad un’età ormai avanzata, vedono come unico futuro le uscite incentivate.
Gli incentivi dedicati alla vendita di auto elettriche possono solo garantire una boccata temporanea di ossigeno ai lavoratori, ma non possono rappresentare la soluzione strutturale di un problema occupazionale, che permane nel plant ormai da troppo tempo”.