Il 21 novembre del corrente mese si è tenuto a Torino il Consiglio Generale della CUQ-Confederazione Unitaria Quadri.

Questa Organizzazione, che raggruppa storiche associazioni sindacali come l’AQCF-Rappresentanza, l’ANQUI (Associazione Nazionale Quadri Industria), Confederquadri, Federquadri, Italquadri e Sinfub, è una Parte sociale squisitamente rappresentativa del settore impiegatizio, delle alte professionalità, dei quadri e dei dirigenti.

Il dibattito dell’Organismo consiliare, alquanto articolato, si è incentrato su talune problematiche che da tempo insistono nel nostro Paese e che, di fatto, affliggono la Comunità nazionale, rallentandone lo sviluppo sociale quali, ad esempio:

  • i distorsivi effetti di talune norme dell’attuale assetto previdenziale;
  • il graduale svilimento delle potenzialità insite nel Sistema Sanitario Nazionale il quale necessita dello stanziamento di ulteriori risorse per il mantenimento degli attuali standard quali-quantitativi di erogazione dei servizi;
  • la necessità di una politica finanziaria governativa la quale, sia pure con la necessaria gradualità temporale, riesca a ridurre il debito pubblico nazionale (attualmente pari ad euro 2.841 miliardi ad agosto 2023) a livelli più in linea con i principali Paesi UE con economie similari alla nostra (quali Germania e Francia);
  • l’introduzione di una politica fiscale che tagli ogni forma di elusione e che pratichi una contribuzione progressiva in linea con la ricchezza prodotta;
  • la concretizzazione di una politica industriale nazionale che contrasti efficacemente la “delocalizzazione” degli impianti produttivi in altri Paesi (anche della stessa UE) i quali, (ahinoi!), in una distorsiva ottica concorrenziale, offrono congrui incentivi, anche fiscali, a fronte di nuovi insediamenti produttivi;
  • l’interruzione della politica di cessione a “gruppi finanziari/industriali privati (italiani o stranieri)”, di pezzi di settori economici (industriali, finanziari, reti strutturali, ecc.) appartenenti alla Comunita Statuale, talvolta – ad avviso della scrivente O.S. – senza alcuna visione strategica circa l’attuazione di adeguate politiche di sviluppo economico e sociale del Paese Italia;
  • il potenziamento di un’efficace politica di contrasto alle forme di povertà assoluta e di povertà relativa, verso cui tendono progressivamente a scivolare fasce sempre più ampia della popolazione lavorativa e non: invero, la “rottamazione” del personale lavorativo e l’allineamento dell’età pensionistica, inevitabilmente generano nuove sacche di “poveri” i quali, dopo l’esaurimento del periodo di tutela retributiva sociale (indennità di disoccupazione, assegno da cassa integrazione guadagni, RdC, ecc.) non infrequentemente si ritrovano in una posizione di totale o parziale indigenza che viene, in uno spirito di “Caritas” cristiana, fronteggiata temporaneamente da interventi di Organizzazioni non profit (il cosiddetto Terzo Settore);
  • il concreto intervento dello Stato per l’attuazione di una politica sociale “di mercato “;
  • il perseguimento di una politica internazionale (aliena da ogni forma di subalternità ovvero di sudditanza), finalizzata al raggiungimento degli obiettivi costituzionalmente “protetti” di libertà e di pacifica convivenza fra i popoli.

In conclusione, il Consiglio Nazionale della CUQ ha eletto, in via transitoria, il Comitato di Presidenza (composto da Pietro Pisani, Fabrizio Amante, Graziano Crincoli, Maurizio Schiariti), con l’obiettivo di dare all’Organizzazione maggiore pregnanza nel mondo della “concertazione”, in uno spirito di collaborazione propositivo e costruttivo proteso a fare compiere al fattore produttivo “Lavoro” e all’intera Comunità Nazionale un ulteriore passo in avanti sulla strada del progresso e del benessere.

Torino 21 novembre 2023
Il Comitato di Presidenza della CUQ