È stato siglato oggi con Stellantis un accordo-quadro secondo cui le procedure di personale che l’azienda aprirà nel corso del 2024 saranno tutte basate sul criterio della volontarietà, o per meglio dire della non opposizione, e saranno assistite da uno schema di incentivi migliorativo rispetto ai precedenti.
Il criterio della non opposizione garantirà che potranno uscire – fra i lavoratori eventualmente ap-partenenti alle unità produttive e alle funzioni in cui verranno dichiarati esuberi da parte della Azienda – solo coloro che espressamente accetteranno l’uscita incentivata.
Per quanto concerne gli incentivi, saranno pari a sei mensilità per chi è già in possesso dei requisiti per la pensione. Chi invece maturerà i requisiti per la pensione entro quattro anni, riceverà per i primi 24 mesi un importo tale da raggiungere insieme al trattamento di naspi il 90% della retribuzione lorda e per i successivi 24 mesi un importo lordo pari al 70% della retribuzione lorda più un’ulteriore somma equivalente ai contributi previdenziali da versare.
Per coloro che non agganciano la pensione infine, gli incentivi saranno differenziati in base all’età: fra i 35 e i 39 anni 12 mensilità più 20 mila euro, fra i 40 e i 44 anni 18 mensilità più 20 mila euro, fra i 45 e i 49 anni 24 mensilità più 30 mila euro, fra i 50 e i 54 anni 30 mensilità più 30 mila euro, dai 55 anni in su 33 mensilità più 30 mila euro.
Chi non raggiungerà la pensione potrà avvalersi dei servizi di active place-ment offerti dall’Azienda, anche aderendo alla clausola rete di sicurezza che consente la riassunzione in Stellantis per mancato superamento del periodo di prova presso il nuovo datore di lavoro per fatto non imputabile al lavoratore.
Nelle prossime settimane Stellantis avvierà le procedure di uscita a livello territoriale.
Al contempo porteremo avanti il confronto sulle strategie e sulle prospettive industriali, in modo specifico con Stellantis a cui abbiamo chiesto un incontro con l’amministratore delegato Carlos Tavares, nonché al tavolo riconvocato per i giorni 2 e 3 aprile presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, a cui chiediamo una politica di supporto per il settore automotive.
Per l’Italia chiediamo nuovi modelli di larga produzione non incentrati esclusivamente sull’elettrico, che evidentemente stenta evidentemente ad imporsi sul mercato. Alla politica un approccio più equilibrato e meno ideologico alla transizione che deve diventare davvero rispettosa delle esigenze ambientali, economiche e sociali.