Oggi la Direzione di Stellantis ci ha confermato il piano di progressiva trasformazione dello stabilimento di Termoli da fabbrica di motori e di cambi in gigafactory di batterie per auto elettriche. Ciò sarà fatto attraverso la joint venture ACC formata dalla stessa Stellantis con Mercedes e con Total, che avrà una capacità industriale da 40 gigawatt ora.
Termoli diventerà quindi il terzo polo europeo di produzione di batterie, con Francia e Germania, a cui si aggiungeranno altre due fabbriche negli Usa e in Canada. L’investimento complessivo europeo ammonterà a 7 miliardi di euro.
Si prevede che il calo e poi la cessazione dell’attuale produzione inizierà nel 2024, con un picco di momentaneo esubero nel 2025 pari a mille occupati; dal 2026 ci sarà però la partenza della gigafactory che arriverà a pieno regime nel 2030 con 2 mila occupati.
Il processo di trasformazione, secondo quanto previsto, si articolerà attraverso alcune tappe fondamentali: a gennaio 2023 avrà luogo l’acquisizione delle aree da parte di ACC; ad ottobre inizieranno i lavori nelle aree libere dall’attuale produzione con il modulo 1 e la costruzione della Power solar unit che dovrà produrre energia rinnovabile con i pannelli salari; nel primo quadrimestre 2024 cesserà la produzione di cambi, mentre la discesa dei motori sarà graduale, con il fire di cui è prevista la fine nel 2026 e i motori premium che proseguiranno ancora per qualche anno; a gennaio 2025 inizieranno i primi riassorbimenti di personale, con una fase formativa che prevede anche una disponibilità a lavorare per massimo sei mesi a Douvrin in Francia.
Infine si vuole creare un centro di ricerca e sviluppo con la collaborazione della università del Molise.
Di positivo c’è che il piano dell’azienda potenzialmente porta alla piena rioccupazione. Ma sussistono alcune criticità che dovremo affrontare insieme.
Innanzitutto è da assicurare formalmente che ACC si impegni a prendere tutti i lavoratori attualmente impiegati a Termoli, poi in ogni caso ci sarà un periodo di scarico di lavoro che richiederà ammortizzatori sociali di accompagnamento e che dovremo cercare di rendere il meno gravoso possibile per i lavoratori. Inoltre andrà garantito un congruo trattamento di trasferta per l’eventuale periodo di lavoro e formazione da svolgere in Francia.
Infine chiediamo un’intesa che offra la massima tutela possibile in termini di continuità normativa e salariale per tutti i lavoratori coinvolti. Per risolvere questi problemi i prossimi incontri dovranno coinvolgere la joint venture subentrante ACC e poi naturalmente le istituzioni locali e nazionali. Ma siamo fiduciosi che sapremo trovare le giuste risposte per i lavoratori, poiché il risultato è di grande importanza: la riconversione della più grande fabbrica di motori di Italia e la occupazione di oltre 2 mila lavoratori.