Le prospettive industriali e occupazionali per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco sono state analizzate e discusse oggi a Napoli, dove si è tenuto l’attivo delle RSA e degli attivisti di FIM, UILM, FISMIC, UGLM, AQCF-R con la presenza delle rispettive segreterie nazionali.
In questi anni grazie agli accordi sindacali che abbiamo sottoscritto a partire del 2010, e ai
conseguenti investimenti, abbiamo salvato Pomigliano e gli altri stabilimenti italiani e ridotto fortemente l’utilizzo della cassa integrazione che in quegli anni coinvolgeva oltre il 40% dei lavoratori italiani del Gruppo.
Oggi la situazione è migliorata poiché è fortemente diminuito l’utilizzo degli ammortizzatori
sociali – attualmente intorno all’ 8% – e FCA si è dimostrata un gruppo industriale solido, in grado di affrontare le problematiche e le profonde trasformazioni di mercato che si preannunciano per i prossimi anni.
Tuttavia l’obiettivo, assunto dai vertici aziendali, del pieno assorbimento di tutti i lavoratori entro la fine del 2018 appare ancora lontano.
La situazione di Pomigliano non è l’unica, ma oggi è la più urgente: non solo perché si avvicina la scadenza del fine utilizzo degli ammortizzatori sociali, imposta dalla nuova normativa (per Pomigliano sarà luglio 2019), ma soprattutto perché è già annunciato in Polonia il lancio della produzione della nuova Panda dal 2021. Gli investimenti necessari alle nuove assegnazioni produttive devono quindi essere deliberati subito, in tempo utile a evitare gravi ripercussioni occupazionali, quindi, ben prima della presentazione del futuro piano industriale e degli investimenti (Investor Day) annunciata per il primo semestre del 2018.
Le segreterie nazionali e l’attivo dei delegati sindacali di FIM UILM FISMIC UGLM AQCFR
ribadiscono quindi la richiesta di chiarimento sulle garanzie del futuro di Pomigliano e degli altri stabilimenti italiani; se la direzione FCA continuerà a ignorare le richieste d’incontro, le organizzazioni sindacali assumeranno le conseguenti iniziative di sostegno.