Nell’incontro tenutosi oggi con le Segreterie nazionali, Marelli ha chiarito alcuni aspetti del piano di razionalizzazione globale che comporterà 1500 esuberi nel mondo su un totale di circa 20 mila impiegati e dirigenti, concentrati tuttavia negli headquarters che contano 3500 dipendenti nel mondo e 500 in Italia.
Le ragioni del piano, addotte dalla Direzione aziendale, sono da una parte la esigenza di completare l’integrazione fra le realtà ex Magneti Marelli ed ex Kalsonic Kansei, dall’altra di semplificare la struttura degli enti centrali riducendone i costi a un livello paragonabile a quello dei competitors, anche in risposta agli ultimi gravi eventi di mercato causati dalla carenza di microchip e dal conseguente crollo della produzione di auto.
Contestualmente le divisioni saranno portate da nove a sei: Lighting&sensing technologies, Vehicle electrification, Electronic systems, Interior experience, Green technology systems, Classic business. Il piano sarà implementato nel corso del 2022.
Dal punto di vista sindacale non è accettabile l’atteggiamento unilaterale delle scelte aziendali: abbiamo espresso la nostra totale contrarietà a dichiarazioni di esuberi e alla eventuale adozione di azioni traumatiche. La Direzione aziendale, benché non sappia ancora quantificare i potenziali esuberi nel perimetro dei circa 500 addetti italiani agli enti centrali, ha dichiarato di non voler procedere con licenziamenti collettivi ma di essere disposta all’individuare azioni non traumatiche quali accordi individuali di uscita volontaria e incentivata o la riqualificazione professionale in funzioni rese disponibili dal naturale turnover.
Come sindacato abbiamo ribadito la necessità non solo di proseguire il confronto sui temi della razionalizzazione degli headquarters, ma anche di allargare il ragionamento alle strategie industriali, con il coinvolgimento diretto delle strutture territoriali e dei rappresentanti di fabbrica.
Chiediamo di conoscere i piani di investimento per l’Italia, di fugare le pericolose voci di dismissione e di incominciare a immaginare le azioni di riconversione che il passaggio alla elettrificazione renderà necessarie negli stabilimenti legati alla propulsione endotermica; la Direzione aziendale non ha nascosto che alcuni business stanno attraversando una fase di difficoltà, che richiede azioni capaci di restituire competitività oppure la ricerca di partnership o per l’appunto possibili cessioni.
Per questi motivi avvieremo campagna di confronto con i lavoratori e dovremo prestare la massima attenzione alle decisioni di Marelli e costringerla a un confronto trasparente e serrato, in mancanza del quale dovremmo necessariamente assumere le necessarie iniziative di mobilitazione.
Riteniamo infine opportuno l’interessamento del Governo, per garantire il futuro del gruppo centrale nella componentistica in Italia.