Nell’incontro tenutosi oggi a Roma, Marelli ha aggiornato la situazione degli stabilimenti italiani rispetto a quanto già esposto lo scorso 27 giugno.
Purtroppo Marelli ha annunciato la decisione di chiudere la fabbrica di Crevalcore, oggi impegnata nella produzione di collettori di aspirazione aria e di pressofusi di alluminio, entrambi componenti per motori.
La Direzione aziendale ha spiegato che le ragioni sono duplici, vale a dire il risultato economico assai negativo – quest’anno previsto pari a circa 6 milioni di perdita anche a causa dell’aumento del costo dell’energia – nonché la dinamica negativa delle attività legate al motore endotermico che oggi porta a un utilizzo del 45% della capacità produttiva e calerebbe naturalmente anno dopo anno fino ad arrivare al 20% nel 2027. Questo aggravato dalla scelta di non prevedere alcun investimento per la transizione all’elettrico. L’intenzione in ogni caso è quella di chiudere all’inizio del prossimo anno.
Per quanto riguarda gli altri stabilimenti italiani, invece, la situazione appare nel complesso stabile. Sul comparto Lighting non ci sono novità, così come sull’After Market per cui non è stato raggiunto l’accordo di cessione.
Per quanto concerne Venaria Reale, la fabbrica che produce sistemi di scarico, a fronte della cessazione e del trasferimento della produzione, prosegue il piano di passaggio dei lavoratori all’altro stabilimento Automotive Lighting, che sorge ad appena un chilometro di distanza.
Lo stabilimento di sistemi di scarico di Caivano nel prossimo futuro dovrà ricevere i volumi da Venaria Reale, ma in prospettiva dovrà compensare il progressivo calo di volumi causato dall’elettrificazione delle vetture Stellantis con prodotti di settori diversi dall’automotive, in particolare attraverso forniture a veicoli commerciali per cui è già in corso una trattativa con Iveco; sono anche attesi trasfertisti volontari da Melfi e da Sulmona, in mancanza dei quali si procederà ad assunzioni temporanee.
Lo stabilimento di Melfi ha acquisito da Stellantis anche la fornitura del telaio posteriore, oltre naturalmente la traversa anteriore già accordata in precedenza e questo consente di guardare con rinnovata fiducia al futuro dello stabilimento lucano poiché si tratta di commesse da 7-10 anni che possono portare al superamento del contratto di solidarietà nel 2025.
Nello stabilimento di Sulmona, per effetto della prosecuzione della fornitura per il Ducato Messico, il potenziale esubero, che comunque sarà affrontato nel 2024 con il contratto di solidarietà, si ridurrà da 135 a 100 persone; resta fondamentale la trattativa in corso con Stellantis per la fornitura alla piattaforma large.
Per quanto riguarda Bari si è in attesa di conoscere i risultati di varie gare a cui Marelli sta partecipando, a iniziare da quella per il motore elettrico di Porsche e da quelle in discussione con Stellantis; sul versante degli ammortizzatori sociali, con ogni probabilità l’unificazione dei due plant consente di ripristinarne una completa disponibilità.
Chiediamo a Marelli di rivedere la sua decisione e al Governo di convocare immediatamente un tavolo istituzionale di confronto. È da tempo infatti che chiediamo riconversioni per le fabbriche legate al motore termico, senza le quali la chiusura di Crevalcore sarà solo la prima di una lunga serie, così come chiediamo di concentrare le risorse pubbliche sulle leve che possono salvaguardare e rilanciare l’industria di esportazione. È su queste priorità che si deve concentrare l’interesse del Ministero del Made in Italy e delle Imprese, trasformando le dichiarazioni di principio sull’automotive in atti concreti.
Per chiedere a Marelli di ritirare la decisione di chiusura della fabbrica di Crevalcore e per chiedere al Governo di convocare un tavolo di confronto, si proclama la mobilitazione permanente a Crevalcore e otto ore di sciopero in tutto il gruppo per venerdì 22 settembre.