Nel corso dell’incontro odierno al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla vendita di Iveco, pur riconoscendo le potenzialità della sinergia con Tata Motors – che potrebbe aprire nuove prospettive globali per il settore dei veicoli commerciali – esprimiamo preoccupazione per il fatto che una realtà industriale storica e strategica come Iveco rischia di non appartenere più all’Italia.
La cessione totale da parte di Exor a Tata Motors solleva ad oggi alcuni interrogativi sulla perdita di controllo italiano, sul futuro dell’occupazione e sullo sviluppo del patrimonio industriale del Made in Italy.

Si tratta di un passaggio non solo simbolico, ma concreto, che segna il progressivo declino industriale dell’Europa, incapace finora di anticipare e governare le trasformazioni globali in atto. Una rinuncia che pesa e che deve far riflettere chi ha la responsabilità politica ed economica di orientare il futuro produttivo del nostro continente, troppo spesso spettatore anziché protagonista.

Il settore dei veicoli commerciali è in piena trasformazione. Iveco ha bisogno di investimenti, ma anche di visione, di autonomia tecnologica, di sostegno pubblico. L’Italia non può continuare a cedere i suoi asset industriali senza una strategia.
Inoltre, nell’incontro odierno presso il Mimit, i rappresentanti di Iveco hanno ribadito che Tata Motors ha confermato il proprio impegno, come previsto dall’accordo sottoscritto, a non effettuare ristrutturazioni, riduzioni del personale, né chiusure degli impianti, garantendo inoltre il mantenimento della sede a Torino.
Come AQCF-R, prendiamo atto di questa dichiarazione. Tuttavia, è comprensibile che tra i lavoratori permangano preoccupazioni, tipiche di ogni acquisizione, che potranno essere superate solo attraverso fatti concreti che confermino tali impegni. Questo anche alla luce del momento di profonda trasformazione che il settore sta attraversando.

La nostra posizione è chiara: questa cessione va governata

Siamo consapevoli che una partnership industriale con un gruppo globale come Tata Motors può aprire nuove opportunità, ma solo se accompagnata da garanzie industriali e occupazionali vere, concrete e vincolanti.
I lavoratori, le famiglie e l’intera filiera meritano chiarezza e certezze; proprio per precedenti che ci hanno allarmato: lo abbiamo già visto con Marelli, dopo l’acquisizione, in quattro anni si sono persi metà dei posti di lavoro. Non vogliamo che si ripeta la stessa storia.

In questo scenario, chiediamo con forza al Governo italiano di assumersi la responsabilità politica e istituzionale di farsi garante della tutela del valore strategico di Iveco, per ciò che ha rappresentato e continua a rappresentare per il nostro Paese e per l’industria manifatturiera italiana.

Occorre un impegno concreto e immediato per:

  • Salvaguardare l’occupazione e la continuità operativa in tutti i siti produttivi, centri di sviluppo e strutture impiegatizie presenti sul territorio nazionale;
  • preservare il capitale umano e professionale, costruito in decenni di esperienza, professionalità, competenze e innovazione;
  • difendere la capacità produttiva e la tenuta industriale dei poli industriali attualmente attivi;
  • sostenere la filiera della componentistica, risorsa fondamentale per l’economia locale e nazionale;
  • garantire il mantenimento delle forniture interne, evitando un progressivo svuotamento dell’indotto.

Chiediamo al Governo di attivare con urgenza tutti gli strumenti istituzionali e giuridici disponibili, per garantire che il futuro del Gruppo resti saldamente ancorato al nostro Paese e continui a rappresentare un asse portante dell’industria nazionale.

Come AQCF-R, nel confronto aperto oggi presso il Mimit, abbiamo ribadito la necessità di impegni vincolanti a tutela dell’occupazione, della produzione e della sovranità industriale. Non si tratta solo di difendere un’azienda, ma di preservare un pezzo fondamentale della nostra identità produttiva.
Non stiamo difendendo solo un’azienda. Stiamo difendendo un’intera storia industriale, un patrimonio di competenze, una rete di territori, e il futuro di migliaia di famiglie.
Infine, ma non meno importante, il tema legato alla vendita di Iveco Defence. Sarà necessario chiarire se il settore della difesa di Iveco sarà ceduto direttamente a Leonardo oppure alla sua joint venture con Rheinmetall.