Una giornata di dibattiti e confronti dedicata al tema del rilancio di Torino e di Mirafiori. Oggi a Torino le organizzazioni sindacali del settore metalmeccanico hanno radunato attorno a un tavolo, davanti al Palazzo di Città, sede del Comune di Torino, le istituzioni locali tra cui il sindaco Stefano Lo Russo, le segreterie generali e territoriali, alcuni esperti del settore automotive. Presenti numerose Rsa in rappresentanza di migliaia di lavoratori. Due dibattiti, uno al mattino “Impatto dell’elettrico nell’economia del territorio” moderato dalla giornalista del Sole 24 Ore Filomena Greco, e uno al pomeriggio “L’automotive a Torino dal 2008 ad oggi” moderato dal giornalista del Corriere della Sera Christian Benna.
L’AQCF-Rappresentanza con i suoi Rappresentanti insieme a quelli delle altre Organizzazioni sindacali era parte attiva e presente all’iniziativa, e con il responsabile Territoriale dell’area Torinese Fabrizio Amante ha voluto dare un contributo fattivo alla discussione.
Intervenuto sul tema della progettazione in Stellantis oggi in Italia e sulle prospettive per il futuro, Amante ha salutato e ringraziato “le numerose persone presenti, tutti rappresentanti sindacali, e ciò significa che ci sono decine di migliaia di lavoratori rappresentati qui oggi”.
“Negli ultimi anni, abbiamo concordato piani di uscita incentivati per gestire l’obsolescenza del personale e prevenire problemi sociali, specialmente nello stabilimento di Mirafiori, che rischia di svuotarsi entro pochi anni. Questo approccio è stato necessario per aiutare i dipendenti a lasciare l’azienda in modo sostenibile, in un contesto di doppia transizione.
Infatti, l’azienda sta affrontando, sia una fusione tra due grandi realtà, inclusa Opel, sia una transizione ecologica; che non devono diventare scuse per ridurre ulteriormente la forza lavoro in Italia, in particolare nel settore manifatturiero e della progettazione.
Non possiamo accettare che questo sia l’alibi per ridurre ulteriormente la forza lavoro in Italia, non solo nel manifatturiero ma anche nella progettazione e nell’area impiegatizia”.
Continua Amante: “La sensazione che noi abbiamo sulle prospettive future è che – salvato parzialmente l’aspetto manifatturiero di Torino con la 500 elettrica e ibrida, con probabile assunzione di forza lavoro data dal fatto che fra due anni, nel 2026, quando verrà prodotta la macchina, molte delle persone che oggi lavorano non ci saranno più per incentivi o uscite naturali – il grande tema da affrontare sarà che la transizione ecologica non diventi l’alibi per ridurre la parte di progettazione che oggi abbiamo in Italia.
È cruciale preservare la parte di progettazione e sviluppo nel nostro paese. Mantenere questa componente è fondamentale anche se può sembrare più facile spostare o modificare le linee produttive. Torino è stata leader nella progettazione e sperimentazione dei motori Fiat, che, nonostante le critiche, hanno sempre avuto standard di qualità elevati e sono stati progettati per durare nel tempo. Tuttavia, stiamo rischiando di perdere questa preziosa tecnologia, e qualsiasi ritardo nelle decisioni sulle normative europee potrebbe essere troppo dannoso, dato che l’industria ha già investito su attività future.
Noi stiamo smantellando la tecnologia dell’endotermico e dovremo affrontare il problema che qualunque indicazione arrivi dall’Europa – ad esempio spostare il limite di produttività dal 2035 al 2050 – potrebbe essere tardiva perché l’industria automobilistica in Italia ha già investito su attività future e sta dismettendo quelle presenti.
Come immaginare quali sono gli scenari normativi futuri e fare investimenti di centinaia milioni di euro senza conoscere quelle che saranno le certezze?
L’unica certezza – ce lo diceva Tavares quando ha incontrato le Organizzazioni sindacali – è che nel 2035 noi non potremo vendere più la tecnologia del motore termico. Poi se le indicazioni cambieranno, bisognerà capire come fare a riprogrammare le attività in corsa per eventualmente prolungare la produzione. È una vera scommessa sul futuro.
Dobbiamo affrontare anche la questione delle competenze linguistiche all’interno dell’azienda. Molti dei nostri dipendenti hanno difficoltà con l’inglese e devono confrontarsi quotidianamente con colleghi stranieri, il che complica la collaborazione.
È essenziale inoltre mantenere e valorizzare le competenze esistenti, assicurando che il messaggio di ibridizzazione della 500 a Torino sia chiaro.
Dobbiamo far passare il messaggio – così come abbiamo portato l’ibridizzazione della 500 a Torino – di salvare le competenze e le attività che sono ancora presenti in Stellantis, nelle aree di progettazione, sviluppo e in tutti gli enti collegati. Salvare le competenze che abbiamo in azienda perché domani il tema potrebbe essere quello delle dissaturazioni della parte progettativa.
E per questo chiediamo che le risorse di progettazione dell’Engineering ma non solo vengano coinvolte in maniera importante nei futuri progetti di sviluppo proprio per evitare di affrontare momenti più complicati nei prossimi anni.
Superato il momento difficile del plant Mirafiori con la 500 ibrida, è necessario chiedere con forza il coinvolgimento della progettazione e degli enti di staff e un nuovo modello, su una nuova piattaforma Stellantis, da affiancare alla Fiat 500, per garantire un futuro stabile allo stabilimento.
Dopo l’ossigeno dato al plant, è il momento di dare ossigeno a Engineering, sviluppo e staff perché se non esiste testa senza corpo, non esiste corpo senza testa.
Dobbiamo lavorare insieme per preservare e sviluppare le nostre competenze, garantendo che la progettazione e lo sviluppo rimangano una parte centrale della nostra azienda”.