Durante la riunione del CAE di FCA- il comitato sindacale aziendale europeo con funzioni informative e consultive – che si è tenuta il 18 dicembre, è stata illustrata la situazione del gruppo in generale ed europea in particolare.

L’impatto della pandemia, con la conseguente caduta di mercato e il temporaneo blocco della produzione, naturalmente ha provocato una contrazione delle vendite e degli indici di redditività aziendali. Tuttavia il terzo trimestre ha già fatto registrare un rimbalzo positivo che ha consentito il recupero, in parte, di quanto perso nella prima parte dell’anno.
I risultati migliori si stanno registrando in Nord America, mentre in Europa pesano sia la risalita più lenta del mercato sia le nuove normative europee assai stringenti sulle emissioni.

Nonostante il quadro di difficoltà è comunque confermato il piano di investimenti e di assegnazioni produttive. Ciò vale anche per le fabbriche italiane. Si procede anzi ancora più speditamente sulla strada dell’elettrificazione, come ha spiegato il responsabile europeo Pietro Gorlier, e il biennio 2020-2021 vedrà lanci di nuovi modelli o aggiornamenti di quelli esistenti e nuove motorizzazioni.

Sul versante occupazionale si regista invece una diminuzione del numero dei dipendenti, dovuta al perfezionamento della vendita di Marelli, all’uscita pensionistica in particolare in Italia di un novero di lavoratori più alto della media, per via delle opportunità offerte dalla legge.

Inoltre è stato fatto un focus sulla situazione dei contagi e di contrasto al Covid-19. I protocolli concordati in Italia hanno evitato focolai interni e hanno costituito un punto di riferimento anche per gli altri paesi. È emersa la disponibilità aziendale a proseguire il confronto col sindacato per rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza.

Le organizzazioni sindacali hanno chiesto di tenere aperto il confronto nel prossimo futuro, quando si sarà realizzata la fusione con PSA e sarà nata Stellantis.
Pietro Gorlier ha dichiarato la sua disponibilità in proposito, dopo che sarà perfezionata la fusione. Comunque ha ribadito che dalla fusione non deriveranno chiusure o ridimensionamenti dell’attività produttiva, in virtù del fatto che tutte le fabbriche stanno ricevendo una precisa missione produttiva e che i marchi italiani continueranno ad esseri guidati dall’Italia.