Il documento che segue è frutto di un lavoro congiunto di AQCF-R, FISMIC e UGLM che hanno elaborato una serie di proposte per gestire la crisi del settore automotive nella regione Piemonte. Il documento è stato consegnato all’assessorato regionale al Lavoro nell’ambito dei lavori avviati con il locale tavolo automotive.

Si tratta di proposte che AQCF-R ha già in parte portato ed espresso a livello nazionale, ritenendo fondamentale la cooperazione tra politica locale e nazionale anche per il reperimento dei fondi, pubblici e privati.

Inquadramento del contesto

Ecologico

Il continuo innalzamento della temperatura media del pianeta, unito agli estremi fenomeni metereologici che si susseguono con frequenza sempre maggiore, ha dato consapevolezza del particolare periodo storico che stiamo vivendo, con sempre maggiori emissioni di anidride carbonica e altri inquinanti di origine antropica, con la conseguente necessità di interventi rapidi per la loro riduzione.

Normativo

Incertezza del mercato europeo dovuto all’evoluzione dei prodotti automotive conseguenti alla particolare realtà normativa europea che, forse anche a seguito dello scandalo emerso negli USA sulle emissioni dei diesel del 2015, ha accelerato un percorso, già avviato da tempo, molto restrittivo sui limiti di emissione e sulla loro determinazione e misura.

A ciò si aggiunge, da parte di molte amministrazioni pubbliche e di una parte dell’opinione pubblica, una insensata, dissennata demonizzazione dei motori a gasolio, che sono invece intrinsecamente più efficienti e quindi più parsimoniosi sui consumi e, nelle più recenti edizioni, garantiscono addirittura emissioni estremamente contenute, in ogni condizione di utilizzo, rendendoli molto più ecologici dei motori benzina anche di più recente costruzione.

In particolare evidenziamo che, un preciso limite di emissione CO2 medio di flotta per costruttore automobilistico (95 g/km), con conseguenti penalizzazioni economiche (95€ per ogni punto di CO2 sforato rispetto all’obiettivo per ogni autoveicolo venduta), il cambio del ciclo di riferimento per la determinazione dei consumi, inasprito rispetto al precedente, aggiunto alla conformità delle emissioni, non solo in fase di verifica su banco a rulli ma anche su percorsi di guida su strada, hanno creato una particolare situazione evolutiva sul prodotto finale in generale nel mercato europeo, con la relativa incertezza sull’opportunità di acquisto di nuovi veicoli.

Ciò si è rapidamente tradotto in una marcata flessione delle vendite e la relativa flessione della produzione di veicoli, con ripercussioni anche sui componentisti fornitori, ad ogni livello.

Questo fenomeno di incertezza, purtroppo in atto da anni nel contesto territoriale piemontese, è cresciuto nel tempo e la recente riforma degli ammortizzatori sociali ha ulteriormente aggravato il problema, già di per sé serio. Il limite temporale per l’utilizzo di ammortizzatori sociali dedicati alle parziali dissaturazioni non è compatibile con i tempi di questo particolare momento e stato di crisi.

Infatti la situazione richiede di avere ancora adeguate coperture sociali per i mesi a venire, sia per evitare vere e proprie emergenze occupazionali, sia per mantenere ancora vivo un tessuto industriale con relativo Know how e professionalità, creati negli anni, di cui il Piemonte non può assolutamente permettersi la perdita.

Le soluzioni proposte

Occorre pertanto effettuare, in tempi brevissimi, interventi straordinari degli ammortizzatori sociali per permettere di mantenere inalterato il tessuto connettivo occupazionale e produttivo in Piemonte, in concertazione con il Governo Nazionale.

In aggiunta a ciò, è indispensabile gestire l’incertezza del mercato automobilistico con incentivi, già applicati in passato, dedicati all’acquisto dei nuovi prodotti, siano essi elettrici, ibridi nelle varie architetture o semplicemente tradizionali motori termici ottemperanti le nuove normative omologative. L’obiettivo è diminuire in modo importante l’impatto ambientale della mobilità, perché è facilmente comprensibile che “svecchiare” il parco circolante ha forte impatto sulla qualità dell’aria, come possiamo bene comprendere nel particolare momento meteorologico che l’area torinese sta vivendo. E le previsioni sul futuro della qualità dell’aria nelle nostre città non sono confortanti.

In parallelo, occorre incentivare in modo pianificato lo sviluppo della rete dei punti di ricarica, non solo domestica, ma anche presso le aziende e nei parcheggi pubblici e privati: il risultato di un tale intervento permetterà una più equa distribuzione della richiesta di energia elettrica e una maggiore propensione all’acquisto di veicoli elettrici e plug-in. Non entriamo nel merito del problema della generazione di maggiore energia elettrica, indispensabile a garantire la mobilità a propulsione elettrica, in quanto riteniamo che appartenga ad un piano nazionale specifico e imprescindibile, senza il quale vengono meno tutti i presupposti di questo lavoro.

Strategie per il medio/lungo periodo

Creare il contesto professionale e scolastico

Fin dai primi momenti formativi (scuole superiori, a partire da quelle professionali, che più impatto immediato hanno sul mondo del lavoro) occorre una riconversione formativa che permetta di motivare ed erudire, con una formazione di base rinnovata sulla base delle nuove necessità tecnologiche, le nuove generazioni ai nuovi sistemi di mobilità; ciò potrà avvenire anche sfruttando gli stage aziendali, con costi sostenuti dalla Pubblica amministrazione, in sinergia con le aziende

Creare i poli di eccellenza delle nuove tecnologie automotive
(batterie e guida assistita)

Partendo dalle eccellenti realtà universitarie presenti sul territorio (Politecnico, Università), creare un polo tecnologico di sviluppo delle competenze nel campo dei sistemi di accumulo dell’energia elettrica (batterie), per effettuare ricerca, sviluppo, sperimentazione, produzione e riciclo/recupero delle batterie, con tecnologie attuali e future, chiudendo così la nuova filiera, che oggi non esiste, e che potrà/dovrà sostituire, anche riutilizzando le competenze già esistenti, quanto si sta perdendo nel settore motoristicotradizionale a causa della sempre maggiore richiesta e presenza dei veicoli elettrici.

Partendo dallo stato dell’arte della guida assistita/autonoma, sviluppare un polo analogo al punto precedente, per lo sviluppo del know how indispensabile a creare player riconosciuti a livello non solo europeo, promuovendo così l’interesse sull’area torinese degli attuali sviluppatori in questo campo.

Riconvertire le produzioni e le professionalità

La creazione di questi poli di eccellenza consentirà di trasferire la tecnologia, studiata e sviluppata nel nostro territorio, presso le aziende locali per consentire non solo di conservare l’attuale occupazione, ma anche di crearne di nuova, permettendo anche l’elezione, sempre del nostro territorio, ad eccellenza tecnologica di livello europeo anche nell’ambito dell’industria 4.0.

Secondo noi, queste proposte permetterebbero il coinvolgimento di un sempre maggior numero di aziende anche ai livelli più elementari della filiera, permettendo la riconversione di alcune attuali produzioni che diverranno obsolete (sub-fornitura).

Reperimento delle risorse economiche

È indispensabile reperire i finanziamenti in coordinamento tra pubblico e privato, tra locale e nazionale/europeo, per un solido programma di sviluppo industriale che coinvolga anche la componente sindacale, imprescindibile per la diffusione ed il recepimento, da parte dei lavoratori, del nuovo modo di adattarsi al cambiamento sociale ed economico in atto.

Conclusioni

Riteniamo che gli interventi necessari a risolvere la crisi complessa in cui il Piemonte si dibatte siano da mettere in campo con una collaborazione collettiva di tutte le forze sociali e industriali, chiedendo alla politica locale di fornire supporto presso il Governo, quindi a livello nazionale.

È quindi necessaria la formulazione di un piano organico con importanti valori economici da mettere in gioco in tempi “stretti”, che veda, nel brevissimo periodo, la concertazione tra tutte le forze in gioco. Riteniamo pertanto fondamentale, la cooperazione tra politica locale e nazionale per il reperimento dei fondi, pubblici (in particolare Europei) e privati.

È necessario un assoluto pragmatismo nell’azione. La struttura industriale e le relative competenze ancora esistono, auspichiamo che questo ulteriore sforzo – espresso da questo nuovo tavolo – non sia vanificato con la mancata proattività, come purtroppo avvenuto in passato.