In tutti gli stabilimenti italiani di CNH Industrial i lavoratori stanno scioperando per rivendicare il rispetto del piano industriale definito nell’accordo di marzo 2020 e per chiedere al Governo di interessarsi alle sorti di quella che, con oltre 17 mila dipendenti, rappresenta una delle più grandi imprese presenti nel nostro Paese.
All’incontro tenutosi il 24 giugno in videoconference con il Ministero dello Sviluppo economico, quando CNH Industrial aveva dichiarato che gli stabilimenti di Brescia e di Lecce erano sotto esame, noi avevamo chiesto la rapida riconvocazione del tavolo con i ministri Patuanelli e Catalfo, per discutere rispettivamente di investimenti in nuove tecnologie e di ammortizzatori sociali resi necessari dalla crisi che stiamo attraversando. La gravità della
situazione ci appariva evidente giacché pochi mesi prima la Direzione aziendale aveva già annunciato la chiusura del sito di Pregnana Milanese e la riorganizzazione di quello di San Mauro Torinese. Eppure nessuna convocazione è arrivata né ci risulta alcuna iniziativa sia stata assunta dal Governo.
Il futuro di CNH Industrial è decisivo non solo per le oltre 17 mila persone che vi lavorano, per le numerose migliaia di colleghi dell’indotto, ma anche per i territori in cui sono allocate le sue numerose fabbriche e i suoi numerosi centri ricerca dal nord al sud dell’Italia.
All’Azienda chiediamo il rispetto del piano industriale concordato pochi mesi or sono e diciamo che non accetteremo mai decisioni che mettessero sul lastrico migliaia di lavoratori.
Al Governo rivolgiamo la pressante esortazione a convocare le Parti e a predisporre gli strumenti utili a
scongiurare potenziali decisioni di chiusura, nonché a fronteggiare la concorrenza delle altre nazioni che incentivano gli investimenti sui settori strategici, come quello dell’elettrificazione, essenziali per dare un futuro alle produzioni italiane.