Oltre 90 mila residenti in meno rispetto all’anno precedente. La popolazione italiana al primo gennaio 2019 ammontava a 60 milioni e 391 mila residenti secondo l’Istat. Una conferma di un trend negativo ormai da alcuni anni: neanche l’immigrazione riesce a compensare la decrescita della popolazione italiana. La popolazione residente non solo diminuisce ma, contemporaneamente, è sempre più vecchia.
L’età media della popolazione italiana, che secondo il censimento 1991 era al di sotto dei 40 anni, nel 2018 sale a 45,2 anni, riflesso di una struttura per età in cui solo il 13,4% della popolazione ha meno di 15 anni, il 64,1% tra i 15 e i 64 anni e il 22,6% ha 65 anni e più.
In questo contesto assume particolare rilevanza la sostenibilità finanziaria dei sistemi previdenziali. Il tema è stato evidenziato dal presidente della Covip, Mario Padula, nella relazione annuale presentata il 12 giugno scorso a Roma. Nel documento si ricorda che, al percorso da tempo intrapreso dal nostro paese di aumento del grado di funding del sistema previdenziale – attraverso interventi sulla previdenza di base e all’introduzione di una previdenza integrativa – si affianca la sostenibilità sociale che investe la questione dell’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche rispetto all’obiettivo di contenere una caduta di standard di vita dopo l’uscita dal mondo del lavoro.
A giugno 2019, secondo Covip, il numero complessivo di posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari è di 8,922 milioni, con una crescita dall’inizio dell’anno di 182 mila unità (+2,1%). I fondi negoziali hanno avuto un incremento di 75 mila iscrizioni pari al +2,5 % con 3.077 posizioni che rappresentano un patrimonio di 53,9 miliardi su un totale di 174,7 miliardi.
Nel primo semestre del 2019 i mercati finanziari hanno recuperato l’andamento negativo segnato nel 2018: i rendimenti netti dei fondi negoziali hanno fatto segnare un incremento del 4,7% (partendo da 1,3% del comparto garantito fino a 7,3% di quello azionario).
Il questo quadro generale, FPQ – il Fondo Pensione Quadri Capi Fiat – ha “performato” molto bene confermandosi tra i migliori fondi negoziali italiani (al primo posto tra i bilanciati nel primo semestre 2019, nella classifica stilata da Milano Finanza). Più precisamente il rendimento netto a fine giugno risulta essere +1.67% per il comparto stabilità, +7,45% per il comparto reddito e +8,56% per il comparto crescita.
Il trend viene confermato anche dai recenti dati al 31 luglio 2019, che riportano un ulteriore miglioramento dei risultati. Purtroppo il quadro politico e finanziario nazionale e internazionale non dorme sonni tranquilli. La crisi di governo italiana e la recessione ventilata del mercato tedesco di certo non sono segnali ottimali per un autunno tranquillo.
Dal punto di vista normativo il periodo è particolarmente “vivace”. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo n.147 del 13 dicembre 2018, con il quale sono state apportate modifiche alla normativa sui fondi pensione, in recepimento della Direttiva (UE) 2016/2341, relativa all’attività e alla vigilanza degli enti pensionistici aziendali o professionali (la cosiddetta Direttiva Iorp II).
Il nostro fondo si sta strutturando per adeguarsi alle nuove disposizioni in materia di previdenza complementare. Quanto richiesto dal legislatore avrà un’impatto significativo sulla governance del fondo anche di tipo organizzativo.
Anche nei confronti dei dipendenti, il Fondo Pensione Quadri e Capi Fiat non può stare fermo: è necessario che il “risparmio per la previdenza” venga stimolato tramite una costante attività di informazione e di assistenza agli iscritti, con l’adeguamento dei canali comunicativi per cercare di essere sempre più “vicini” e più veloci nella risposta alle singole esigenze degli iscritti.
Manlio Pensi