Il restyling della manovra investe all’ultimo momento anche il settore dell’auto. L’emendamento al disegno di legge di bilancio 2019, che incentiva l’acquisto di auto ibride o elettriche, e introduce nuove imposte a carico di chi acquista automobili “inquinanti” in base ai livelli di emissione di CO2, impone una seria riflessione.
Il provvedimento rischia di penalizzare l’intero sistema paese: innanzi tutto l’acquirente di automobili di fascia medio-bassa a propulsione tradizionale, che non ha ancora accesso alle auto green poiché la tecnologia è ancora troppo cara ed elitaria (anche con l’incentivo, il sovrapprezzo non sarebbe coperto).
Gli incentivi poi andrebbero a finanziare l’acquisto di auto importate e con componentistica di produzione asiatica: un colpo basso all’intera filiera dell’industria dell’auto italiana (e al suo vasto indotto), che sta avviando l’industrializzazione del processo produttivo per i futuri modelli ibridi ed elettrici Made in Italy, con importanti investimenti in R&D, tecnologia e formazione delle maestranze. Questo emendamento andrebbe a penalizzare il mercato dell’auto italiano, con effetti deprimenti sui consumi e sull’economia: è evidente la minaccia per decine di migliaia di posti di lavoro.
Per questi motivi, è auspicabile un ripensamento delle misure volte a ridurre il parco circolante di auto inquinanti, all’interno di un piano-paese strategico e concordato, che favorisca la transizione verso i motori di nuova generazione a basso impatto ambientale, tutelando l’occupazione e generando nuove figure professionali, nuove competenze e nuovi posti di lavoro.